.

.
.

sabato 20 ottobre 2012

CALLA PALUSTRIS, BELLA E VELENOSA

Spesso, il nome "calla" viene attribuito erroneamente alla Zantedeschia, pianta molto comune il cui fiore è simile a quello della Calla palustris.

Calla palustris

Calla palustris è un'erbacea acquatica perenne rizomatosa che vive preferibilmente nelle acque stagnanti di laghetti, fiumi o paludi.

La pianta è molto velenosa se viene ingerita prima della cottura o essiccazione , contiene infatti cristalli di ossalato di calcio, soprattutto nel rizoma che se ingeriti possono essere letali.


I Meskwaki, nativi americani che abitavano la regione dei Grandi Laghi, ne conoscevano bene il potenziale e mischiavano polvere di Calla Palustris nel cibo dei nemici.
Nella credenza popolare si pensava che bagnandosi le mani con il latte emesso dalla pianta, fosse poi possibile maneggiare tranquillamente i serpenti a sonagli.


Calla deriva dal greco Kalos, "bello", infatti questa acquatica è molto affascinanante con le sue foglie cuoriformi lucide e cerose color verde scuro su un lungo picciolo, e il fiore giallino chiaro collocato su uno spatice bianco, anch'esso proveniente da un picciolo.


In autunno, il fiore viene sostituito da bacche dapprima verdi che poi diventano rosse brillanti.


frutto ancora acerbo


frutto maturo

Calla palustris si eleva dall'acqua per 30-35 cm. e nei mesi primaverili ed estivi ci regala lo spettacolo dei suoi grandi spatici perfettamente bianchi con il fiore che si mostra all'interno.
Ogni foglia e ogni spatice provengono singolarmente dal rizoma che vive immerso in acqua, a volte anche galleggiante.



infiorescenza

Calla palustris é un Aracea unica del suo genere, è originaria delle zone umide a clima temperato dell'Emisfero Settentrionale.

Se ne conosce un uso medicinale e alimentare, io ne preferisco quello ornamentale in un biolaghetto dove Calla palustris fornisce con la sua presenza una particolare nota di eleganza.
Deve essere esposta al sole e non teme il gelo, Calla palustris risulta di facile coltivazione per la sua rusticità.


Nessun commento: