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giovedì 1 novembre 2012

AUSTROPOTAMOBIUS PALLIPES, IL GAMBERO D'ACQUA DOLCE

Austropotamobius pallipes è il nome di un crostaceo autoctono chiamato anche "gambero dalle zampe bianche".

Austropotabomius pallipes

In Italia è il più grande crostaceo autoctono che abita le acque dolci pulite e ben ossigenate di fiumi e corsi d'acqua.
O meglio, ABITAVA, perchè le acque limpide in Italia sono drasticamente diminuite.
Il gambero di fiume è infatti un indicatore dello stato d'inquinamento ambientale, inoltre, con l'introduzione di specie tropicali aggressive e portatrici di malattie, il nostro povero Austropotamobius pallipes italicus è diventato un animale raro.


Il gambero d'acqua dolce è finito sulle nostre tavole sin dal tempo dei Romani, ma è dal Medioevo che la richiesta alimentare è notevolmente salita.

Sempre in quell'epoca questo crostaceo ha assunto un valore religioso per la sua capacità di cambiare spesso il carapace (simbolo di morte e resurrezione), inoltre era un cibo facile da reperire che anche i bambini sapevano pescare.
Si poteva mangiare anche durante la Quaresima e per capire l'importanza di questo crostaceo basti pensare a quanti toponimi di paesi della Pianura Padana lo ricordano (Gamberana, Gambellara, Gambana ecc..)

Stemma del Comune di Cento

Nello stemma del Comune di Cento (Fe) vi è disegnato un gambero che ricorda la grande pescosità nel luogo.
Per gli alchimisti invece diventò un animale con potere mutante sino a diventare "eretico" per la Chiesa.


Austropotamobius pallipes è un artropode simile ad un piccolo astice dal color bruno-verdastro sui fianchi, che lo aiuta a mimetizzarsi e con il ventre e gli arti bianchi (da qui il nome di pallipes, gambero dai piedi bianchi).
Il carapace è molto robusto e lo protegge da urti e predatori, il corpo tozzo raggiunge 10-12 cm e 90 gr di peso.

Il corpo è diviso in due parti: cefalotorace e addome.
Il cefalotorace è fornito di chele, rostro e di quattro paia di zampe che utilizza per camminare in avanti, portare il cibo alla bocca, lottare. Gli occhi sono collocati lateralmente a livello del rostro.
L'addome è costituitpo da segmenti e termina con una coda a "paletta" detta telson che serve per camminare all'indietro e che la femmina utilizza anche per proteggere le uova.
Su ogni segmento è presente un paio di appendici dette pleopodi, esili e poco sviluppate.

Preferisce restare nascosto....

Il maschio e la femmina sono ben distinti: il primo è più grande, chele comprese e presenta la prima coppia di pleopodi dell'addome ben sviluppati (sono gli organi sessuali); la femmina invece ha il torace più largo perchè deve contenere le uova e i pleopodi sono tutti uguali tra loro.

Il gambero d'acqua dolce respira attraverso branchie ma può sopravvivere molte ore e anche giorni al di fuori dell'ambiente acquatico.

Tra ottobre e Novembre, quando la temperatura dell'acqua è di circa 10°C. avviene il corteggiamento che spesso è molto violento e traumatico (spesso la femmina è gravemente mutilata o uccisa!).
La femmina per 5-6 mesi, a seconda della temperatura dell'acqua, porta sull'addome adese ai pleopodi un centinaio di uova fecondate.
Non esce quasi mai dalla sua tana, si prende cura delle uova ossigenandole e mantenendole pulite.
Alla schiusa delle uova i piccoli, già di aspetto simile agli adulti, vivono sull'addome della madre ancora per una settimana, poi si staccano dal corpo della madre ma senza allontanarsi troppo da lei.


Per l'accrescimento i gamberi d'acqua dolce devono liberarsi dell'esoscheletro che è diventato troppo piccolo, questo cambiamento di corazza è detto muta.
Un gambero d'acqua dolce può sopravvivere fino a 10 anni durante i quali compie diverse mute sia per crescere che per riparare parti del corpo danneggiate da combattimenti o autoamputate per difesa.
Nei momenti che precedono o seguono la muta, il crostaceo è molto vulnerabile e facile preda di coleotteri, pesci, uccelli.


Austropotamobius pallipes predilige acque molto ossigenate di stagni, fiumi, laghi, fossi che presentano un fondale ghiaioso o con anfratti tronchi e foglie che possono offrire riparo.
E' un animale estremamente territoriale, solitario che preferisce la vita notturna:
Di giorno ama rimanere nascosto in anfratti poco illuminati.
La sua temperatura corporea non è costante ma si adegua a quella esterna (eterotermo), sopravvive senza problemi a temperature dell'acqua vicine allo zero ma non superiori a 23°C. che gli condizionano anche il ciclo vitale.
Per difendersi da temperature non ideali scava buche dove si ripara.

Se la zona in cui vive è troppo affollata o le condizioni non sono più ideali, il gambero d'acqua dolce cambia zona o addirittura corso d'acqua rimanendo all'esterno anche per giorni.

Il gambero d'acqua dolce è praticamente uno spazzino acquatico, si nutre di qualunque larva, crostaceo, mollusco (anche morti), di alghe e piante acquatiche, frutta e semi. Porta il cibo alla bocca con le chele che utilizza anche nelle sua caccia notturna tenendole protese in avanti.

La fine di Austropotamobius pallipes è dovuta a diversi fattori.
Oltre alla riduzione e all'inquinamento degli ambienti in cui vive, vi è stata la scriteriata introduzione di specie tropicali che lo hanno sopraffatto perchè più aggressive e portatrici di malattie che hanno decimato il nostro gambero autoctono (gamberi killer).

Procambarus clarkii

Gli imputati principali sono il Gambero Rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) e il Gambero Americano (Orconectes limosus), specie importate dall'America volontariamente o accidentalmente dall'uomo.
Essi si adattano facilmente ad acque anche inquinate respirando con le branchie all'esterno, si riproducono molto più rapidamente e un numero maggiore di volte rispetto al gambero autoctono.

Orconectes limosus

I gamberi americani sono portatori sani di malattie come la "Peste del gambero" che hanno decimato la popolazione locale.
Ulteriore minaccia è arrivata dal Mar Caspio dove vive il "Gambero dalle zampe sottili"(Astacus leptodactylus).
Importato in Italia un secolo fa per ripopolare i nostri corsi d'acqua, ha creato problemi al gambero italico.

Astacus leptodactylus

Ad oggi, per correre ai ripari, è stata vietata la pesca di Austropotamobius pallipes, ma il bracconaggio continua visto il sapore pregiato di questo crostaceo.
Si è tentato di ripopolare alcune zone, ma i problemi sono a monte.
L'uso di pesticidi, le acque sempre più inquinate non aiutano certamente a salvare questo spazzino dei corsi d'acqua.


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