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venerdì 28 giugno 2013

PINOCCHIO A VILLA GARZONI

"C'era una volta... << Un re! >> diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno"...

 
Non esiste adulto o bambino che non sappia riconoscere l'inizio di questa insolita fiaba : Pinocchio, il burattino toscano che vuole diventare un bambino vero in carne ed ossa.
Mi piace immaginare che Carlo Lorenzini, in arte Collodi, crescendo tra le mura del borgo medioevale di Collodi e trascorrendo le giornate tra i viali e le fontane del giardino di Villa Garzoni abbia potuto inventare le straordinarie avventure del suo terribile burattino.

Questo post è dedicato al giardino di Villa Garzoni, uno dei più belli d'Italia, dove il piccolo Lorenzini ha giocato e arricchito la sua fantasia mentre i genitori lavoravano presso la Villa, il padre come giardiniere e la mamma come cameriera.


Villa Garzoni occupa il sito del trecentesco castello dell'antico borgo medioevale di Collodi, in provincia di Pistoia. Il borgo del XII secolo, una volta sorvegliato dal castello, dal '600 dorme ai piedi della Villa che ha sempre conservato un rapporto di interdipedenza: un tempo gli unici accessi lastricati al paese erano anche i viali principali della Villa.

I Garzoni divennero proprietari nel 1366, ma solo nel 1633 fu firmato il progetto per una villa con annesso giardino arricchito poi nel secolo successivo.
Il risultato fu la realizzazione di un'armoniosa villa sviluppata su quattro piani e un grandioso giardino a cui si accede da due rampe a gradoni che accentuano la spettacolarità.


Il terreno fortemente in pendenza ha influenzato lo sviluppo della planimetria del giardino il quale consta di terrazzamenti e gradoni che aumentano l'effetto scenografico.
Il giardino è una perfetta opera armoniosa tra arte e natura in cui gli schemi rinascimentali si incontrano col nascente Barocco in un raro equilibrio tra statue, piante, trionfi d'acqua, scalinate.
Il giardino si estende in perfetta armonia con la Villa, crea un'atmosfera magica quasi da fiaba in una dimensione irreale.


Percorrere i sentieri del giardino storico di Villa Garzoni è come diventare protagonisti di una fiaba: all'ingresso si viene accolti dalle statue di Pan flautista e Flora, la dea italica della Primavera che introducono il visitatore in un percorso fatto di aiuole fiorite, teatrini di verzura, statue di satiri, vasche di ninfee e spruzzi d'acqua.


Tutto è meraviglioso: dalle serre con i pavoni, ai bossi scolpiti dall'arte topiaria, grotte, statue femminili e di figure mitologiche, foreste di bambù, nicchie coperte da mosaici e ninfei dove l'acqua gioca sbarazzina.


E' come se Pan e Flora aprissero il sipario di un teatrino pronto allo spettacolo, come quello di Mangiafuoco, figura che magari il Lorenzini ha intravisto ricordando le statue dei satiri che ammirava da bambino.


Una doppia scalinata conduce al piano superiore del giardino e nasconde un complesso sistema idraulico che alimenta i giochi d'acqua, qui abitano statue in terracotta, mascheroni e Pomona la dea romana protettrice della frutta.
Il suggestivo sfondo scenico fatto da piante, alberi e fontane ospita Nettuno, Apollo, Dafne, Tritoni, Bacco, statue di allegri villani tra un alternarsi di luci ed ombre che incantano e confondono.

Ponte sul labirinto
Imperdibile l'esperienza di smarrirsi nel labirinto, soprattutto per il successivo piacere di ritrovare la strada e continuare a sbalordirsi delle meraviglie che il giardino offre.

Sovrasta una grotticella di tufo la Fama, raffigurata come donna alata che regge una cornucopia dalla quale esce un potente getto d'acqua, ai suoi piedi delfini tra veli d'acqua.


Ancora l'acqua è la protagonista di questo spettacolo teatrale: sgorga copiosa, corre, scivola, gioca, scende  dai gradini delle scale, si insinua tra scogli e statue, si colora con le ombre dei lecci e dei bossi, scherza nella Grotta di Nettuno.
Spruzza maliziosa nei Bagnetti, dove le dame e i gentiluomini del settecento potevano rinfrescarsi tra deliziosi specchi, sguardi segreti e suoni di orchestrine nascoste.

Degna di rilievo la Rossa palazzina d'estate, realizzata su disegno di Filippo Juvarra, esempio architettonico rilevante di Barocco toscano (avrà ispirato la famosa "Osteria del Gambero rosso"?).


Il complesso villa-giardino è un'intera illusione ottica, la perfetta prospettiva inganna, la scelta del luogo da parte dell'antica famiglia Garzoni non è casuale, l'atmosfera leggera è in realtà piena di allusioni e doppi sensi e acuta sensibilità.


Se ci pensiamo bene, anche la fiaba di Pinocchio non è solo una semplice storia per piccini, ma il percorso iniziatico di un essere diverso dagli altri che per uniformarsi deve vivere incredibili vicende.
Allontanarsi dal giardino lascia anche al visitatore moderno un senso di vuoto, la consapevolezza della perduta bellezza della natura che, se lo desidera, può ancora ritrovare.


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