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venerdì 6 settembre 2013

SIRACUSA, UN CUORE D'ACQUA

Siracusa possiede un cuore d'acqua ma custodisce anche un po' del mio cuore.
Impossibile non rimanere in silenzio, abbagliati dalle bellezze artistiche e naturali di questa terra piena di sole, acqua e cultura.
Forse quello che è accaduto a me è lo stesso tipo di rapimento che ha colpito gli antichi Corinzi, sette secoli prima di Cristo tanto da decidere di fermarsi e fondare una delle più belle città della Magna Grecia: Siracusa.

Teatro Greco
Una città ricca di storia millenaria in cui sono ancora evidenti le vestigia dei popoli che l'hanno abitata: Siculi, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Aragonesi, Catalani.....

Ma oggi vorrei descrivere il cuore acquatico di questa città, il cuore sotterraneo dell'isola di Ortigia, la parte più antica di Siracusa.

Ortygia

Ortigia è una piccola isola le cui coste formano l'entrata naturale di un grande golfo, si pensa che subito dopo la colonizzazione greca sia stata collegata alla terraferma tramite un terrapieno, poi sostituito da un ponte.
In greco antico Ortigia significa "quaglia", volatile di cui era ricca in antichità, come l'isola greca di Delos, che in passato portava lo stesso toponimo.

Alfeo e Arethusa

Non è la sola presenza di quaglie a legare l'isola siciliana e quella greca, ma una leggenda che le unisce dai tempi degli dei dell'Olimpo.
La dea Artemide, Diana per i Romani, era nata a Delos insieme al gemello Apollo, isola di cui era protettrice.
La bellissima ninfa Arethusa, una delle predilette della dea, attirò l'attenzione di Alfeo, fiume figlio di Oceano, che innamorato della ragazza, si era mostrato alla ninfa sotto le sembianze di un bel giovane.

I papiri di Fonte Arethusa


Artemide, per salvare Arethusa da Alfeo, trasformò la ragazza in una fonte circondata da piante che sgorga dalle rocce sotterranee dell'Ortigia siciliana, la Fonte Arethusa.
Alfeo, straripante d'amore, disperato per la perdita dell'innamorata, impietosì Zeus, che lo aiutò ad arrivare nel golfo di Ortigia nei pressi di Siracusa. Sottoforma di fiume sotterraneo che dal Peloponneso attraverso lo Jonio arriva gorgogliando nei pressi della fonte di acqua dolce, Alfeo può raggiungere la sua innamorata.

In questo luogo magico, legato sin dalla notte dei tempi al culto del Sole (quindi del Dio Apollo), Alfeo si congiunge alla sua amata Arethusa, unendo in questo modo le due isole lontane.


Tra mito e realtà corre un filo sottile, Ortigia geologicamente è costituita da roccia con fratture naturali da cui filtra in maniera spontanea l'acqua che proviene da una falda profonda alloggiata in una faglia inattiva.
L'acqua è compressa tra argille quaternarie che all'interno dell'isola di Ortigia, fuoriesce in diversi punti anche al di sotto del livello del mare.



Uno dei luoghi più rinomati è appunto la Fonte Arethusa, uno specchio d'acqua dolce che entra in contatto con l'acqua salata del mare grazie anche alla pendenza naturale del terreno.
Il luogo è incantevolmente ricco di pesci, avifauna e papiro del Nilo (Cyperus papyrus) unica area in Europa in cui nasce spontaneamente.
Un massiccio muro in pietra separa il mare da questo luogo di fiaba che sarebbe altrimenti sommerso, a pochi metri dalla fonte, vicino al mare, ribolle  una polla d'acqua, è l'Occhio della Zillica, il punto in cui Alfeo spunta per avvicinarsi alla sua Arethusa.


Il livello delle acque ha subito variazioni nei secoli soprattutto a causa di violenti terremoti che hanno colpito Ortigia o di periodi di forte siccità che, in alcune occasioni, hanno tinto di un colore rossastro le non più dolcissime acque della Fonte.
Per i coloni greci, sicuramente nostalgici della loro patria, questo rappresentava un ulteriore segno di unione tra Ortigia e Delos: ogni volta che si sacrificava un toro sacro in Grecia le acque si tingevano di rosso sangue anche a Siracusa.

La Fonte Aretusa è una meta romantica che da sempre ha stimolato la fantasia di poeti, per citarne alcuni: Virgilio, Cicerone, Pindaro, Ovidio, D'Annunzio, Quasimodo, Carducci.... e che ancora oggi attira turisti e innamorati che passeggiano sul lungomare Alfeo.

Bagno ebraico

Nel cuore d'acqua di Siracusa esistono altri luoghi prodigiosi unici come il miqweh, il Bagno Ebraico situato a 18 metri sotto il livello del suolo, testimonianza della presenza fin dall'antichità di un luogo di culto della civiltà ebraica nella città siciliana.
Il bagno rituale conserva ancora l'antico fascino di un tempo, sito ebraico tra i più antichi in Europa e nel Mediterraneo, è costituito da vasche alimentate in maniera naturale da acqua che sgorga dalle pareti rocciose.
Il luogo è intriso di storia e cultura, l'acqua purificatrice scorre da secoli tra archi, volte e colonne che hanno assistito ai rituali perpetrati dall'antico popolo.

Bagno della Regina

Vorrei infine citare il Bagno della Regina, ubicato sotto il Castello Maniace di Ortigia edificato nel XIII secolo grazie a Federico II di Svevia.
Alla vasca ipogea munita di acqua dolce si giunge per mezzo di una scala di 40 gradini scavata nella roccia, come per magia l'acqua sgorga in maniera naturale dal fondo della vasca rivestita di marmo.
Il luogo avvolto dalla penombra appare ancora pieno di mistero e riservatezza, anche la luce entra in maniera studiata, alle ore 12 colpisce l'acqua in modo fatato e suggestivo.
La presenza di acqua in questo spazio privilegiato ricorda riti di purificazione effettuati grazie ad un'acqua sgorgata dalla terra come per magia, non solo una semplice vasca ad uso igienico seppur utilizzata da Re e Regine.



“Amor, amor, sussurran l’acque;
a Alfeo chiama nei verdi talami Aretusa”

Carducci (Primavere elleniche)

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