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lunedì 23 dicembre 2013

HORTUS SIMPLICIUM: ORTI MONASTICI MEDIOEVALI

I complessi monastici nel medioevo rivestivano un ruolo di grande importanza sociale e culturale.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente (476 d.C.) e le continue invasioni barbariche, monasteri e abbazie rimangono gli unici custodi del sapere classico e della conoscenza.
Una forma particolare di monastero è l'Abbazia, un complesso autonomo che svolgeva sia funzioni spirituali che sociali, in grado di soddisfare le esigenze conventuali e della popolazione esterna.

Monastero di Santa Scolastica, Subiaco

Gli insediamenti benedettini, con il principio inedito per l'epoca di unire alla preghiera il lavoro manuale, costituivano nel Medioevo una delle maggiori forme di sviluppo economico, sociale e spirituale (ad esempio Santa Scolastica, monastero benedettino più antico del mondo, Abbazia di Montecassino, Orsan in Francia ecc..).


Anche le conoscenze agricole e botaniche  degli antichi Greci, Romani ed Arabi possono essere salvaguardate e tramandate grazie al monachesimo.
Nel mondo cristiano medioevale l'orto e il giardino rivestono un ruolo fondamentale: sono associati al Paradiso inteso come luogo di delizie e tendono a imitare i modelli dettati dalle Sacre Scritture.
E' l'Hortus conclusus, un luogo che racchiude delizie naturali: alberi da frutto, fiori profumati, fontane e ruscelli, tutto all'insegna dell'ordine e dell'armonia.


Accanto a questo paradiso nascosto da alti muri, nasce l'Orto dei Semplici (Hortus simplicium) dove i "semplici" sono quelle erbe da cui trarre i principi attivi curativi offerti dalla natura.
L'orto è un luogo di clausura recintato, protetto e privilegiato in cui coltivare e studiare nel silenzio e nella quiete totale quelle piante utili al sostentamento e alla salute dell'intera comunità.

Da sempre l'uomo si affida ai principi contenuti nelle piante per curarsi, probabilmente imitando gli animali che sapevano approfittare del potere guaritore di specifiche erbe.
Il tutto aveva un approccio di tipo magico e miracoloso, per secoli medicina e magia sono andate di pari passo.


Documenti storici come il papiro egizio di Smith risalente al 3000 a.C. o il papiro di Ebers (1500 a.C.), testi assiro-babilonesi come la tavoletta di Ninive ci mostrano quali livelli di conoscenze avesse l'uomo sulle erbe e le patologie da esse curate.
Greci e Romani ( Ippocrate, Dioscoride, Plinio il Vecchio) ci hanno lasciato minuziose descrizioni scientifiche di piante medicinali, eredità che verrà preservata dai monaci medioevali.


Ma è nell'Hortus simplicium che le piante officinali vengono coltivate e studiate per ricavarne medicamenti realizzati da una sola pianta o composti da specie diverse, un vero hortus medicus o viridarium come viene definito nell'Alto Medioevo.
Dalle foglie, cortecce, radici e fiori i medici-monaci traggono i primi farmaci sotto forma di cataplasmi, tisane, unguenti.
Il loro silenzioso e costante lavoro è tenuto in grande considerazione, gli studi delle erbe si incrementano e dall' Hortus simplicium, nel '500, nascono i primi veri Orti Botanici.


Per secoli i monaci svolgono un minuzioso e appassionato lavoro di coltivazione, studio e catalogazione di piante medicinali, ricerca farmaceutica e preparazione di medicamenti di grande efficacia da dispensare con carità ai malati bisognosi.
Producono con minuzia cataloghi ragionati di tutte le erbe coltivate e dispensate, libri disegnati chiamati Hortuli tramite i quali il sapere si diffonde rapidamente.

Accanto alle abbazie e conventi nascono i primi ospizi e ospedali in cui i pellegrini e i bisognosi vengono accolti e curati.
L'opera dei monaci viene consolidata e diffusa dalla creazione della prima vera scuola medica autorizzata nata in Europa: la Scuola Medica di Salerno, (probabilmente anch'essa legata ad un convento) e dalla nascita di grandi Orti botanici come quelli di Firenze, Pisa, Padova e Bologna.

Salvia officinalis

Nel silenzio delle loro mura, nei secoli,nei monasteri si coltivano, essiccano e conservano le erbe in locali chiamati "officina" (da qui il nome piante officinali) al buio di armadi, si preparano con "i semplici" tinture, sciroppi e prodotti macerati nell'alcool, veri medicamenti.

Glycyrrhiza glabra (liquerizia)

Ancora oggi possiamo ritrovare questi luoghi pieni di pace e spiritualità in cui si è ripresa la coltivazione dei semplici, negli ultimi decenni si è verificato un ritorno ai preparati di erboristeria per sostituire i farmaci di sintesi.

Origanum vulgare (origano)

In un angolo tranquillo del nostro giardino è possibile ricreare un hortus simplicium per godere di quegli aromi semplici di un tempo lontano, retaggio di una cultura dimenticata.

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