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mercoledì 15 gennaio 2014

ORCHIS LAXIFOLIA, LA RARISSIMA ORCHIDEA PALUSTRE



Osservo ammirata l'abbondante fioritura della mia Phalaenopsis, un'orchidea epifita che da mesi colora con il suo rosa carico la mia casa.
Spesso i labelli (petali mediani molto vistosi caratteristici del fiore) delle orchidee hanno forme bizzarre e curiose simili a maschere da clown, la natura si diverte nel creare forme stravaganti a cui l'uomo ama dare interpretazioni antropizzate.

Prato umido
Anche nel mondo acquatico le orchidee hanno ricavato una nicchia, vivono o meglio "vivevano" allo stato spontaneo in prati umidi, acquitrini e in qualunque terreno ricco d'acqua.
La bonifica di molti terreni paludosi, l'inquinamento dell'ambiente naturale nelle zone umide, le particolari condizioni necessarie per la riproduzione, hanno reso rarissima Orchis laxifolia, l'orchidea acquatica.

Orchis laxifolia o Anacamptis palustris

In modo fortuito (e devo ammettere fortunato), sono riuscita ad avere alcuni esemplari di Orchis laxifolia detta anche "Orchidea a fiori radi" che proteggo e curo con orgoglio, fiore prezioso nell'harem delle mie acquatiche.

Orchis mascula, specie spontanea

Questa rara orchidea delle zone umide è presente nella mia regione in talune fasce collinari e pedemontane, alcuni esemplari si trovano nella zona litoranea del ravennate- ferrarese.
In pianura è considerata totalmente estinta, l'indice di rarità è del 95,7% (dati della Regione Emilia-Romagna), la specie è stata inserita nella Lista Rossa Nazionale delle specie a rischio di estinzione.

Lo stagno dei Giardini Margherita
Nel cuore verde di Bologna, i "Giardini Margherita", una piccola zona è occupata dallo stagno in cui crescono numerose piante acquatiche comuni e dove, nel 2009, sono giunte spontaneamente 7 piante fiorite di Orchis laxifolia, nel 2010 erano 15, nel 2011 già 40, ad oggi il loro conteggio è impossibile.
Non si sa bene come i semi siano arrivati fino allo stagno bolognese, forse il vento o gli uccelli hanno donato alla città una pianta così rara.

L'anziano custode dell'oasi ecologica è convinto di aver calpestato casualmente i semi durante un sopralluogo in una zona umida del ravennate e con gli stivali infangati abbia inconsapevolmente trasportato i semi di Orchidea acquatica.


I semi delle orchidee sono molto selettivi e difficili da germinare, occorre la concomitanza di diverse condizioni come ambiente, terreno, esposizione ideali e la presenza di un minuscolo fungo simbionte senza il quale i semi non germinano (i frutti delle orchidee sono privi di sostanze nutritive e traggono le sostanze necessarie allo sviluppo dell'embrione dalle ife del fungo).

Nella piccola zona umida dei "Giardini Margherita" di Bologna si sono evidentemente create tutte queste difficili condizioni, oggi molto rare in Natura, un risultato veramente sorprendente!


L'orchidea di palude, anche detta Anacamptis palustris è un'erbacea geofita bulbosa che appartiene alla famiglia delle Orchidaceae.
Cresce nell'habitat umido di paludi, acquitrini anche salmastri, prati marginali di zone umide in una zona molto frammentaria in tutta Europa.

Cephalanthera longifolia, specie spontanea
Il nome orchidea deriva dal greco "òrchis" cioè testicolo, per i rizotuberi appaiati e arrotondati simili ai genitali maschili che presentano alcune specie.
Fu Plinio il Vecchio ad attribuire il nome Orchidea alla pianta dopo averne osservato le radici, questo però causò guai alla diffusione soprattutto nel Medioevo in cui vi fu una caccia all'essiccazione dei tuberi secondo la teoria dei segni, che dotava la pianta di forti poteri afrodisiaci. (Teoria delle segnature di Paracelso).


Orchis laxifolia raggiunge un'altezza che va dai 30 ai 60 cm., con un fusto gracile verde alla base e violaceo all'apice inguainato dalle foglie lanceolate verde chiaro in un numero che va da 3 a 5.
Il fusto ipogeo è un bulbo-tubero doppio da cui ogni anno nascono le nuove foglie.

A Maggio-Giugno compare una spiga multiflora costituita da fiori rosso-violacei con il labello della stessa lunghezza dei petali laterali, lo sperone (prolungamento del labello) rivolto verso il basso, caratteristica che ha dato all'Orchidea il nome di "Galletto di palude".


L'impollinazione avviene tramite imenotteri del genere Bombus, attratti dalla forma del labello simile ad una femmina della loro specie.
Orchis laxifolia richiede una posizione soleggiata e un terreno costantemente bagnato anche se resiste per alcuni giorni in condizioni di scarsa irrigazione.
In inverno la parte aerea si dissecca, i bulbo-tuberi in stato di riposo produrranno nuova vegetazione a Primavera.

La coltivazione di Orchis laxifolia sulle sponde di un laghetto o in un giardino palustre aggiunge una nota esotica alla zona marginale di giardino acquatico, rappresenta inoltre un aiuto alla conservazione della specie ormai a forte rischio di estinzione.

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