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martedì 20 maggio 2014

AMBIENTI ACQUATICI: LO SFAGNETO

Un ambiente naturale particolare e di notevole interesse è lo Sfagneto o torbiera alta costituito da un insieme di individui animali e vegetali dello stesso tipo decomposti e in parte mineralizzati prevalentemente appartenenti al genere Sphagnum.

Sfagneto

Una presenza costante ed indispensabile per la creazione dello Sfagneto è l'acqua, soprattutto piovana, l'ambiente che si costituisce ospita specie vegetali molto rare in grado di vivere in acque oligotrofiche cioè acide e povere di sali minerali.
La torbiera a Sfagno appare come una serie di collinette più o meno elevate a seconda della presenza di acqua o umidità, gli avvallamenti ne segnalano la maggior quantità.
Lo Sfagneto è un ambiente tipico dei climi temperato-freddi Nord europei, in Italia la scarsa presenza è segnalata in Toscana e in alcune zone a ridosso delle Alpi, la sopravvivenza di queste piccole aree viene spesso permessa dalle cure di volontari.

Sfagno

Il genere Sphagnum spp. comprende specie plurime di piccoli muschi dalle forme aggraziate che vivono aggregati in colonie che comprendono migliaia di individui capaci di vivere in acque oligotrofiche (acide e povere di nutrienti).
L'habitat del genere Sfagno è quello paludoso e umido dove forma densi e soffici tappeti erbosi molto resistenti capaci di sostenere pesi notevoli.

Lo Sfagno presenta piccole radici superficiali ed esili fusti che reggono numerose foglie color verde chiaro o giallo-rosato ricoperte da minuscole scaglie .
Le foglie sono costituite da cellule morte incolori che fungono da serbatoi con la capacità di assorbire notevoli quantitativi d'acqua e da altre cellule vive verdi di dimensioni minori che contengono la clorofilla.


La grande capacità di assorbimento dell'acqua di questa Briofita ne ha determinato il nome "Sfagno" che in greco antico significa "spugna".
L'assorbimento, il trasporto e la capacità di trattenere l'acqua di questo esile muschio avviene per capillarità per mezzo di un raffinato sistema di tubi.

Sfagno, cellule

In Italia, dove il clima è mediterraneo, lo Sfagneto è considerato raro, si tratta infatti di relitti delle lontane glaciazioni che hanno continuato a sopravvivere in luoghi dove l'habitat è ideale, ora sempre meno esteso a causa di  bonifiche.

Lo Sfagneto è una vera riserva di piante rare, un isola di biodiversità sempre più infrequente che può ospitare particolari forme viventi che si sono adattate all'ambiente acido e povero di sali.

Drosera rotundifolia

Drosera rotundifolia, una piccola pianta carnivora che appartiene allo sfagneto su cui radica debolmente, è in grado di nutrirsi dell'esoscheletro di insetti in decomposizione.
Altre sono le acquatiche ben adattate all'ambiente della torbiera alta come la rara Hydrocotyle vulgaris dalle inconfondibili foglie rotonde e dal portamento strisciante, la delicata Anagallis tenella, un relitto del clima atlantico che ha raggiunto l'Italia negli intervalli tra una glaciazione e l'altra.

Hydrocotyle

Tra le piante più belle che possiamo ammirare nell'ambiente umido dello sfagneto troviamo Menyanthes trifoliata ormai rarissima di cui ammiro particolarmente la precoce fioritura, Potamogeton polylonifolius simile al più comune Potamogeton natans e Rhynchospora alba e fusca, erbacee appartenenti alla famiglia delle Cyperaceae.


La presenza più o meno abbondante di sfagno garantisce la ricchezza di vita animale nello sfagneto.
Si tratta di invertebrati acquatici così piccoli da abitare in superficie la sottile pellicola d'acqua presente nella concavità delle foglie o più in profondità, l'acqua trattenuta dallo sfagno.
La quantità di microrganismi acquatici presente dipende anche dalla temperatura che varia nell'arco delle stagioni e all'interno delle 24 ore, lo sfagno è infatti un cattivo conduttore di calore.
Al di sotto di un tappeto di sfagno l'attività fotosintetica non è possibile per l'impenetrabilità della luce, l'ossigeno è assente per la presenza di funghi e batteri decompositori pertanto non esistono fonte di vita invertebrate.

L'importanza dello sfagneto è quella di creare microhabitat diversi per la grande capacità di trattenere l'acqua: basta spremere una piccola quantità di sfagno per rilevare la presenza di forme di vita microscopiche compresi resti antichissimi.

Volto di "mummia di palude"

Le torbiere a sfagno rappresentano importanti archivi del passato, la presenza di antichi resti organici come pollini, parti di esoscheletri e residui vegetali permettono importanti studi agli archeobotanici e ricerche sulle variazioni climatiche.
Le torbiere del Nord Europa hanno regalato anche importanti scoperte come numerose mummie umane ed animali di epoche storiche diverse, perfettamente conservate nei particolari più minuziosi.
Le "mummie di palude", grazie alla presenza dello sfagno che ha impedito il normale deterioramento dei corpi, appaiono intatte quasi a farle sembrare corpi sepolti in tempi recenti e non, come le moderne tecnologie di studio hanno appurato, nell'Età della pietra.

La straordinaria conservazione dei tessuti molli, capelli, impronte digitali, mimica dei volti ecc..permettono agli studiosi di aprire un'importante finestra sul nostro passato, tutto grazie ad un piccolo muschio acquatico.

Un tempo lo sfagno veniva utilizzato per la cura di ferite in sostituzione degli antibiotici o come esca per l'accensione del fuoco.


Oggi l'uso dello sfagno è riservato alla coltivazione di piante epifite come Bromeliaceae o Orchidaceae per la spiccata capacità di trattenere l'umidità, come substrato per la crescita di piante carnivore o per rivestire supporti per radici aeree.

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