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lunedì 19 maggio 2014

LA RANA TORO (LITHOBATES CATESBEIANUS) : INVASORE ACQUATICO

Nelle zone della Pianura Padana in cui sono presenti corsi d'acqua, zone paludose, maceri e stagni è facile individuare forti "muggiti", grida simili a suoni di trombe da stadio, inquietanti rombi alieni nuovi per le nostre campagne: sono i richiami d'amore di Lithobates catesbeianus, la Rana Toro.


L'appellativo "Rana toro" deriva dal gracidare simile ad un muggito che l'anfibio emette e che ricorda quello dei bovini.

Un anuro dalle grandi dimensioni che è emigrato dall'America del Nord negli anni 30 del '900 percorrendo la rotta opposta dei nostri connazionali, sbarcato nella Pianura Padana per cercare (e trovare) fortuna si è facilmente insediato nelle aree palustri compiendo una vera invasione biologica. 


Lithobates catesbeianus è un anfibio anuro di grosse dimensioni che appartiene alla famiglia delle Ranidae e vive nella rete acquatica rappresentata da fiumi, canali, stagni, laghi e aree temporaneamente allagate.
Ha caratteristiche simili alla Rana verde comune ma la corporatura è grande e massiccia (20 cm di lunghezza zampe escluse) e peso corporeo fino a 1,5 Kg. con un capo molto grosso, pliche cutanee dorsolaterali assenti e presenza di una grande membrana timpanica.


Il colore predominante è il verde scuro con macchie unite tra loro quasi a creare un aspetto marmorizzato, zampe e capo mostrano una colorazione giallognola punteggiata di grigio.
La bocca ampia è situata in una grande testa dal muso appiattito, le zampe posteriori molto lunghe rappresentano il 50% della lunghezza totale del corpo.
I maschi hanno dimensioni minori rispetto alle femmine.

Lithobates catesbeianus conduce una vita strettamente legata all'ambiente acquatico permanente, preferisce acque lentiche e calde ricche di vegetazione palustre dal fondale melmoso, zone con residui vegetali come tronchi caduti, anse di fiumi, paludi e canneti.
Dove la corrente è maggiore, si ripara in zone assolate e riparate.


La Rana toro rimane in uno stato di ibernazione in tane e gallerie scavate nel fango sommerso dall'acqua fino a che la temperatura dell'acqua in cui vive raggiunge i 16°C..
L'anuro svolge la maggior attività oltre i 26° C. soprattutto nelle ore crepuscolari e notturne di giornate umide o piovose in territori che il maschio controlla per un raggio di 2-5 m.

Lithobates catesbeianus  può compier lunghi spostamenti alla ricerca di un territorio adatto alla riproduzione in cui controlla i nidi di più femmine.
E' un animale molto prolifico: nel periodo estivo la femmina depone un numero elevato di uova racchiuse all'interno di masse gelatinose che galleggiano sulla vegetazione sommersa.
Le larve hanno tempi di metamorfosi prolungati, i girini appaiono di grandi dimensioni e si alimentano con materiale vegetale e plancton.
Occorrono 3-4 anni prima che lo sviluppo sia completo.


La Rana toro è un predatore molto vorace, tende agguati alle sue prede ed è in grado di catturare animali anche pari alla sua taglia.
Ci ciba di rettili, mammiferi altri anuri e pratica anche il cannibalismo, riesce senza problemi a catturare i pulcini di uccelli che nidificano sulle sponde degli specchi acquatici.
Anche la specie Bufo, che comprende gli anfibi anuri chiamati Rospi, fa parte delle prede della Rana toro che non risente minimamente delle secrezioni tossiche ghiandolari emesse dalle parotidi dei Rospi.


Al di fuori dell'areale originale da cui proviene, Lithobates catesbeianus è considerato una specie invasiva e dannosa per la popolazione autoctona sia per la voracità con cui si alimenta, sia perchè vettore di patologie.
Nelle zone di origine la Rana toro è un'importante fonte di cibo per grossi rettili (serpenti, alligatori) pesci di taglia importante, orsi e rapaci.


In Italia la specie alloctona sta contribuendo al declino della più piccola Rana verde comune, ormai rara negli stagni della Pianura Padana.

Vorrei però sottolineare che la prima causa di perdita di alcune biodiversità è l'uomo che modifica gravemente l'ambiente naturale in cui vive.

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