.

.
.

venerdì 20 giugno 2014

PIANTE ACQUATICHE E FITORIMEDIO

Si parla molto di inquinamento dell'ambiente definito come una variazione dannosa delle caratteristiche di aria, acqua e suolo che influisce negativamente sugli aspetti della salute e delle attività di tutti gli organismi viventi.
Negli ultimi anni l'importanza di rimediare ai danni ecologici sta impegnando seriamente noi tutti, che dopo il boom economico degli ultimi 40 anni e un completo disinteresse verso l'ambiente, ci guardiamo alle spalle con apprensione.

Credo non sia mai troppo tardi per tentare di ripristinare le caratteristiche chimico-fisiche e biologiche dei diversi ecosistemi che, a causa della rapidità di immissione di sostanze inquinanti, non sono più in grado di autodepurarsi con il conseguente accumulo di sostanze tossiche nell'aria, acqua, suolo e all'interno degli organismi viventi


Tra le diverse metodologie per risanare le acque ed il suolo ne esiste una innovativa e di basso costo: il biorisanamento ovvero la capacità degli esseri viventi di trasformare il materiale organico inquinante in biomassa, acqua e anidride carbonica.
Tra i processi di risanamento si può ricorrere all'uso di piante, questo procedimento è detto fitorimedio cioè un trattamento biologico di bonifica che sfrutta la capacità di alcune piante e dei microrganismi a loro associati di interagire con le sostanze contaminanti sia organiche che inorganiche.

Utilizzo di piante acquatiche nel fitorimedio

Nel fitorimedio le piante acquatiche svolgono un ruolo fondamentale per l'assorbimento, la biodegradazione e la metabolizzazione degli inquinanti.
Le sostanze su cui le piante agiscono possono essere metalli pesanti (piombo, cadmio ecc..), contaminanti organici come gli idrocarburi, farmaceutici o radioattivi.

I processi ad opera delle piante idonee al fitorimedio consistono in diversi meccanismi :


Rizodegradazione, la decomposizione dell'agente contaminante avviene nella rizosfera (cioè quella parte di suolo che circonda le radici delle piante) per mezzo di microrganismi come funghi e batteri il cui ciclo vitale dipende dalla pianta stessa.
Con la rizodegradazione vengono eliminati contaminanti come pesticidi, tutti gli idrocarburi del petrolio, solventi, policlorobifenili.

Fitodegradazione, l'assorbimento e la degradazione dell'inquinante avviene all'interno o all'esterno della pianta tramite enzimi prodotti dalle radici.
Solventi, pesticidi, fenoli, benzene nella fitodegradazione vengono mineralizzati grazie alle piante.

Fitorimedio in un bacino di acque piovane

Fitovolatilizzazione. La sostanza inquinante viene assorbita dalla pianta e modificata nella sua forma chimica poi rilasciata nell'atmosfera tramite traspirazione. Gli inquinanti che vengono maggiormente eliminati con la fitovolatilizzazione sono argento, mercurio, arsenico, solventi.

Fitoestrazione. Alcune specie di piante hanno la capacità di estrarre e accumulare il contaminante, poi di traslocarlo all'interno delle radici o delle parti aeree soprattutto i metalli pesanti.

Giacinto d'acqua

Le piante acquatiche adatte al fitorimedio sono ad esempio Eichhornia crassipes (Giacinto d'acqua), Lemna minor, Azolla pinnata, Hydrocotyle umbellata, Phragmites, piante capaci di assorbire ed accumulare metalli pesanti ed alcuni contaminanti organici.
Pontederia cordata viene suggerita per la decontaminazione di acque inquinate da pesticidi, Cannabis sativa trova utilizzo per l'eliminazione di radionuclidi, metalli pesanti e idrocarburi.
Elodea canadensis, Arundo donax e Typha rappresentano nel fitorimedio un'utilità su pesticidi e metalli pesanti.
Anche alberi tipici dei corsi d'acqua come Salici e Pioppi offrono capacità interessanti nel fitorimedio.


I vantaggi offerti dal fitorimedio sono rappresentati dall'ecosostenibilità e dal risparmio economico ma è necessario conoscere bene le caratteristiche del sito da bonificare e che la concentrazione di inquinanti non sia così elevata da impedire il ciclo vitale delle piante stesse.

Il fitorimedio in genere incontra un'ampia accettazione sociale perchè migliora l'impatto visivo della zona da bonificare, il recupero della biomassa (cioè residuo di origine biologica) che si ottiene può essere reimpiegato come energia alternativa.
Un altro aspetto positivo coincide con l'utilizzo della sola energia solare per l'esecuzione di ogni processo di bonifica.


I limiti che il fitorimedio pone si identificano con l'applicabilità solo in siti con contaminazioni medio-basse, con la lentezza dei risultati nell'arco temporale anche per la stagionalità delle piante stesse (l'estensione dell'apparato radicale influisce sui risultati ottenuti).

In Italia il fitorimedio è una metodologia non ancora molto diffusa soprattutto rispetto ad altri Paesi europei e agli USA dove da oltre 20 anni questa tecnologia viene impiegata con successo su aree urbane dismesse, zone militari e industriali.

Nessun commento: